La Resurrezione del Cristo di Matthias Grünewald
Dio entra nel nostro dolore e ci spinge oltre ogni confine
Le luci delle processioni si sono spente, i canti solenni del Triduo hanno riempito le chiese, e in molti cuori resta ancora viva l’emozione di quei gesti antichi che raccontano un amore eterno. Ma ora, quando tutto sembra tornare alla normalità, la Pasqua ci chiede di andare oltre la bellezza dei riti. Di andare al cuore della storia. La Pasqua non è una favola a lieto fine, ma il racconto vero di un sogno vissuto fino in fondo. Gesù ha creduto nell’amore, ha creduto nell’uomo, anche quando tutto sembrava gridare il contrario. Ha creduto a tal punto da donare se stesso. Non per masochismo, ma perché amare davvero costa. E chi ama lo sa: credere in qualcuno è sempre un rischio. È facile dirsi “tutto andrà bene”, ma nella vita i sogni spesso si frantumano. Crollano relazioni in cui abbiamo investito tutto. Le amicizie si incrinano sotto il peso delle incomprensioni. Le famiglie si spezzano. E noi ci sentiamo soli, traditi, falliti. Anche Gesù ha conosciuto tutto questo. Anche Lui è rimasto solo, abbandonato, tradito. Eppure non si è tirato indietro. È entrato fino in fondo nel dolore umano, per abitarlo. Per ricordarci che Dio non scappa davanti alla nostra sofferenza, ma ci entra dentro. E proprio lì, dove tutto sembra finito, nasce qualcosa di nuovo. La Pasqua ci dice che nessun macigno è troppo grande per Dio. Che non esiste fallimento che Lui non possa riscrivere, né notte che non possa trasformare in alba. Gesù risorto non ci offre una soluzione facile, ma una speranza forte: quella che l’amore, alla fine, vince sempre. E allora, giovani, non abbiate paura di credere: anche se costa, anche se fa male. Perché chi ama davvero, come Gesù, può cambiare il mondo, partendo dal proprio.
Enzo Sferrazza