Ecclesialità

«Nuova Pasqua» o «di nuovo Pasqua»?

Il 2021 ci accompagna verso la Pasqua che è il centro della fede. Certamente anche quest’anno la Pasqua coincide con un momento delicato, una pandemia che non ci lascia nessuna libertà di movimento.

In questa seconda «Pasqua in pandemia» vogliamo interrogarci sul nostro
atteggiamento verso ciò che stiamo per vivere e dunque: stiamo attraversando una «Nuova Pasqua» oppure stiamo attraversando «di nuovo Pasqua»? La differenza è sottile ma non indifferente alla nostra coscienza, poiché il nostro essere cristiani è anche il modo in cui viviamo e partecipiamo a ciò che la Chiesa, da circa duemila anni, ci presenta come centro e fulcro della Cristianità.

Sicuramente, il messaggio di Gesù non è cambiato dato che la sua morte e la sua risurrezione non possono cambiare. Cristo, attraverso l’atto d’amore divino, si è immolato per la nostra salvezza. San Paolo lo riferisce in questi termini: «ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce» (Fil 2,7-8).
Questo è l’amore supremo: dare la vita per i propri fratelli.

Questo periodo particolarmente difficile ha cambiato, seppur in
misure diverse, il modo di relazionarsi di ogni uomo con la propria vita e con il
mondo. Di conseguenza, anche il nostro rapporto con la Pasqua può cambiare. Il messaggio che Cristo sta rivolgendo a tutti noi, attraverso questo solenne Triduo pasquale, è sicuramente quello di vivere una “Nuova Pasqua di Risurrezione” poiché, dopo aver compreso quanto dolore provoca la sofferenza e la solitudine, possiamo dare nuovo significato e valore allo stare insieme formando delle vere comunità.

Le nostre tradizionali processioni del Triduo pasquale saranno sospese per il
secondo anno consecutivo, ma un motivo per essere gioiosi sarà dato dalla
possibilità di ritrovarci tutti insieme, attorno all’altare, per celebrare il mistero
pasquale. Questo è un tempo diverso, non più sospeso, ma ciò non toglie nulla alla nostra fede, speranza e carità.

Papa Francesco, nell’omelia della Domenica delle Palme 2021, ci dice: «Ripartire dallo stupore; guardiamo il Crocifisso e diciamogli: “Signore, quanto mi ami! Quanto sono prezioso per Te!”. Lasciamoci stupire da Gesù per tornare a vivere, perché la grandezza della vita non sta nell’avere e nell’affermarsi, ma nello scoprirsi amati. Questa è la grandezza della vita: scoprirsi amati. E la grandezza della vita è proprio nella bellezza dell’amore. Nel Crocifisso vediamo Dio umiliato, l’Onnipotente ridotto a uno scarto. E con la grazia dello stupore capiamo che accogliendo chi è scartato, avvicinando chi è umiliato dalla vita, amiamo Gesù: perché Lui è negli ultimi, nei rifiutati, in coloro che la nostra cultura farisaica condanna».

Non ci resta che augurarvi la riscoperta di essere amati, di un amore divino, per vivere una «Nuova Pasqua di Resurrezione» ricolma di stupore.

di Angelo Porrello