Ecclesialità

San Giuseppe, modello per le persone comuni

Il Vangelo di Matteo presenta Giuseppe come un uomo giusto.
«Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”.
Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: “Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi”. Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù» (Matteo 1, 18-25).
La generosità e la grandezza di Giuseppe si rivelano in queste poche parole. Ma Giuseppe è andato oltre nel dono di sé, accettando di diventare il padre putativo di questo divino bambino che è stato inviato per salvare l’umanità.
Giuseppe ha servito Dio con dignità e ha amato profondamente il “Dio-con-noi”.
L’intera vita di Giuseppe, come operaio nato in una casa modesta seppur di discendenza regale, incarna la santità della vita quotidiana. È un modello per le persone comuni che sono chiamate a vivere la loro vita come figli di Dio, nei giorni buoni e in quelli cattivi, con semplicità e discrezione.
Le Scritture non contengono nessuna delle parole di Giuseppe. Gli evangelisti rivelano un uomo che agisce secondo la sua coscienza e obbedisce alle istruzioni dell’angelo del Signore. Nella sua vita familiare a Nazareth, è stato guidato dall’obbligo di svolgere bene le attività quotidiane. Ha trasmesso i valori dell’altruismo e dell’onestà al bambino Gesù. Proprio come milioni di altri padri, ha fatto del suo meglio per educare suo figlio, poi lo ha lasciato andare nel mondo quando è arrivato il momento.
Giuseppe ha agito con grande fede, aderendo ai comandamenti contenuti delle Scritture del popolo ebraico, andando ai pellegrinaggi richiesti dalla Legge, pregando ardentemente ogni giorno. Era un vero santo perché ha ascoltato e accettato la chiamata di Dio ed ha accettato la sua vocazione unica: diventare il padre terreno di Gesù, il figlio di Dio. Viveva secondo questa vocazione di marito, padre, lavoratore e brava persona.
Per questo è stato definito uomo giusto, ed oggi è per tutti una fonte d’ispirazione ed un compagno per tutti i credenti “comuni”, coloro che vivono la loro vita in modo non spettacolare e rimangono fedeli alla loro fede e vocazione.
San Giuseppe sostiene i credenti in molti aspetti della loro vita. Ha molte designazioni: solerte difensore di Cristo (quanto dovremmo imitarlo in un tempo di ampia apostasia!), specchio di pazienza (e quanta ce ne vuole per affrontare la pandemia da Covid), esempio agli operai (che spesso, nei decenni passati, sono andati dietro a ideologie anticristiane), decoro della vita domestica (vita familiare sempre più sconquassata), custode dei vergini (in un mondo in cui la castità è disprezzata), sostegno delle famiglie (bersaglio preferito di Satana), conforto dei sofferenti, speranza degli Infermi, patrono dei moribondi (e quanti sofferenti abbiamo!), terrore dei demoni (da invocare per proteggere la Santa Chiesa).
Queste molteplici designazioni, rivelano un santo presente nella nostra vita quotidiana, nei momenti di sofferenza, nelle paure e nelle speranze di coloro che pregano. Affidiamoci a lui!

di Matteo Orlando
Docente e Giornalista